-241 giorni alla Notte degli Oscar
Abbiamo parlato spesso di quando effettivamente si possa iniziare a parlare di Oscar, nel corso dell’anno. Io ho una posizione chiara che è legata proprio alla stagionalità di questa newsletter: si parte da metà settembre. La Mostra di Venezia è il momento in cui la corsa comincia davvero, sovrapposta ai festival di Telluride e Toronto. È da quel punto in poi che si possono fare i primi calcoli, le prime strategie, che escono i film più importanti e partono tutte le campagne per candidature e vittorie ai diversi premi. E appunto, è proprio il momento in cui questa newsletter è nella sua fase più attiva, quando cioè ci sentiamo tutte le settimane (in fondo a questo numero ne riparliamo per bene). Ma ogni tanto qualcosa sfugge a quelle maglie.
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Capita infatti che un film arrivi a gareggiare agli Oscar anche se non era tra i favoriti della primissima ora (capita anche il contrario eh, ma ne parliamo un’altra volta) e quindi non ha avuto una finestra di lancio tradizionale. Magari la produzione non ci ha creduto davvero e finché non è arrivato in sala non ha capito quanto fosse potente, anche in vista della stagione dei premi. Non so se sia stato questo il caso di Everything Everywhere All at Once, ma di sicuro ha vinto sette Oscar uscendo a marzo/aprile, il che è molto strano. A volte è semplicemente perché è un film che non fa dei premi il suo obiettivo principale e quindi segue logiche diverse per la release. Black Panther è uscito a febbraio perché il calendario Marvel prevedeva così, poi la Nomination a Miglior film è stata una piacevole sorpresa.
Tutto questo per dire che anche se siamo solo a metà dell’anno (più qualcosina, via), anche se il contatore in alto segna ancora almeno 240 giorni prima della cerimonia, anche se quest’anno promette di avere una Awards Season decisamente densa di uscite interessanti, potrebbero esserci già dei film che ti sono sfuggiti e devi recuperare. Ma sono qui apposta per ricordartelo.
Un anno che è partito malino

Faccio subito marcia indietro sull’ottimismo che potresti aver intravisto nelle ultime righe. Questo 2025, almeno la prima metà, non è stato eccezionale sul piano cinematografico. Anzi, potremmo dire che è andato quasi tutto al contrario di come dovesse andare: i film che dovevano incassare tanto hanno incassato pochino, quelli che promettevano di mandare la critica in visibilio l’hanno lasciata tiepidina, i film peggiori hanno fatto incassi incredibili, quelli meglio riusciti hanno segnato i record negativi. Insomma, un discreto pasticcio dove l’unica sicurezza è stata Biancaneve: ci si aspettava un flop critico e di pubblico e così è stato.
E se il bilancio è tutto sommato negativo, comunque non sono mancati degli ottimi momenti. Ci sono almeno due titoli che si stanno portando dietro un bel buzz e che qualcuno dà già come certi in vista dei prossimi Oscar. Io non ne sarei così sicuro, soprattutto guardando a quello che arriverà da settembre in poi, ma resta il fatto che se te li sei persi sei già in ritardo con la preparazione, come dice il titolo di questo numero. E allora te li ho raccolti qui, così in queste calde notti estive puoi recuperarli e rimetterti in pari per essere pronto per quando ci sarà da correre davvero.
Certo, non possiamo essere proprio sicuri al 100% che questi titoli arriveranno in Nomination quando sarà il momento. Ma male che vada, avrai visto qualche film bello in più e questo non è mai un male, no?
I peccatori
Questo è il grande campione del “Non credete in me? E mo’ ve la faccio vedere io!”. Certo, ci sarebbe da capire perché qualcuno ancora non creda in Ryan Coogler, uno che in una carriera ancora brevissima ha rivitalizzato la saga di Rocky ed è riuscito a far prendere una Nomination a Miglior film a un cinecomic Marvel. Oddio, io una teoria del perché ce l’ho, ma magari ne parliamo un’altra volta, oggi pensiamo solo alle cose belle. E I peccatori è indubbiamente tra queste.
Non mi definisco un fan sfegatato del cinema horror, ma una cosa l’ho capita. Un buon film di questo genere (e di genere, in senso più ampio) deve avere un primo livello letterale appassionante e un secondo livello metaforico solo leggermente nascosto. Un po’ come Dawn of the Dead di Romero: sembra solo una storia di zombie e poi diventa una critica al consumismo e al capitalismo. Ecco, I peccatori fa sostanzialmente la stessa cosa. A prima vista è una storia di vampiri (prendendo però le meccaniche degli zombie movie curiosamente) e sotto ci spiega decenni di cultural appropriation delle persone bianche e parallela cancellazione della cultura afroamericana con una potenza rara.
I pronostici lo danno già da ora come nominato a Miglior film e potenzialmente anche in altre categorie. A me sembra che dopo il botto iniziale l’interesse si sia parecchio affievolito. Bisognerà accendere di nuovo la macchina quando saremo sotto data e su quello si giocherà la partita: tutto è in mano alla Marta Donà di Ryan Coogler quindi. Ma ha sicuramente dell’ottimo materiale da cui partire.
F1 - Il film
Quando qualche mese fa avevo messo questo film tra i pronostici a lungo termine avevo detto che poteva solo essere un capolavoro o un flop, ma soprattutto che “se Joseph Kosinski riesce a riproporre la metà dello spettacolo di Top Gun: Maverick, ne varrà la pena”. E mi sembra di averci azzeccato abbastanza, soprattutto sulla seconda. A me la Formula 1 non piace eppure ero teso come una corda di violino sulla punta del sedile praticamente in ogni scena. Se correte, lo trovate ancora in qualche cinema e ne vale assolutamente la pena.
Dal punto di vista delle possibilità per gli Oscar… Vediamo. Sarei stato molto più convinto delle sue possibilità se avesse fatto il botto di incassi che si sperava, invece di galleggiare intorno ai 400 milioni di dollari. Economicamente è un buon risultato, tanto più se consideriamo quanti soldi hanno pagato i vari sponsor piazzati in giro per tutta la pellicola, dalla Heineken analcolica alla stessa Formula 1. Però è ben lontano da quel miliardo e mezzo raccolto da Top Gun: Maverick che vale il titolo di “fenomeno di costume” che poteva spingere il film dritto verso gli Oscar. Non tutto è perduto comunque, da settembre capiremo meglio dove andrà.
Elio
Cosa sia successo a Pixar negli ultimi anni, non lo so esattamente. Le malelingue puntano il dito sull’uscita di scena di John Lasseter, direttore creativo fino al 2017 e poi allontanato per alcuni suoi “comportamenti scorretti”. Secondo me è parte della più ampia crisi di Disney, che sul lato animazione ha completamente perso la visione e cerca freneticamente di ritrovarla cambiando idea mille volte durante la produzione (soprattutto quando si parla di tematiche LGBTQ+). Com’è, come non è, Pixar non azzecca del tutto un film da anni.
Non vuol dire che tutti siano stati fallimenti eh. Inside Out 2 è stato l’incasso maggiore del 2024, Luca era una bellissima perla e io ho pianto come una fontana pure con Toy Story 4. Ed Elio, tutto sommato, mi è pure piaciuto. Però sono tutti successi con un asterisco, un’ombra di dubbio, delle incertezze. Non ci sono più colossi che escono già con l’Oscar in mano come Toy Story 3, Up, WALL•E o Coco, forse l’ultimo grande capolavoro indiscutibile dello studio.
Tutto questo per dire che Elio non è un film da Oscar di per sé. Ma per com’è fatta la categoria dell’animazione, dove ci sono regole precise di distribuzione e soprattutto, c’è un pool di titoli molto più ridotto tra cui scegliere, ha delle ottime possibilità di prendere una Nomination. Anche perché la concorrenza quest’anno è proprio debole, al contrario del 2024: Elio se la giocherà con Zootropolis 2, il film dei Puffi e Troppo cattivi 2. A meno che non arrivi qualche sorpresa dal cinema indipendente come fu per Flow, ha un posto quasi assicurato.
28 anni dopo
Questo è un bell’azzardo, lo so. In fondo lo era anche fare un terzo capitolo di questa saga (a sua volta, il primo di una trilogia introdotta in maniera decisamente non sottile) eppure Danny Boyle e Alex Garland l’hanno fatto lo stesso. E hanno tirato fuori uno dei film più intriganti e a suo modo rivoluzionari del 2025 finora. Uno zombie movie che non è uno zombie movie, che parla di morte e di Brexit, dove il bene c’è, ma è complicato e viceversa il male non è proprio chiarissimo dove sia.
Non penso davvero abbia delle possibilità agli Oscar, soprattutto per ragioni di politica interna all’industria cinematografica. Ho involontariamente parlato spesso di come Alex Garland sia uno che sembra schifare i premi e non sia disposto a fare nulla per ottenerne uno. E Danny Boyle il suo l’ha già avuto e da allora fa un po’ quello che gli pare, quando gli piace, senza correre dietro a nulla. In più è un horror, un horror strano e bello crudo, cosa che all’Academy non piace per nulla.
Però ha una sua nicchia, che l’ha amato e che potrebbe dargli la spinta giusta per entrare in qualche categoria. Magari una Nomination tecnica oppure una sceneggiatura non originale o facciamo la mattata e candidiamo Jodie Comer come non protagonista (che è una che prima o poi deve prenderla sta statuetta). Se succede sarà una sorpresa per tutti, ma un po’ meno per noi della famiglia di Popcorn in Smoking. Se non succede, negherò di aver mai fatto un pronostico del genere, come sempre.
Superman
Fermi, fermi. Anche se a me Superman è piaciuto tanto tanto (tanto), non penso che abbia alcuna chance agli Oscar. Forse può sperare in una candidatura per le musiche, magari riesce a infilarsi in una categoria tecnica, anche se gli effetti visivi non erano nulla di particolarmente impressionante. Oltre non può andare, neanche volando più veloce di un proiettile.
Ma nella mia visione Popcorn in Smoking serve a prepararsi in assoluto alla Notte degli Oscar per potersi godere a pieno la cerimonia. Ed è importante quindi non solo conoscere i film candidati, ma anche quelli che hanno lasciato un segno nella cultura pop occidentale che potrebbero essere al centro di qualche momento della serata. Il rischio è che poi quando arriva un orso cocainomane sul palco, non riusciate a capire cosa stia succedendo. E davvero pensiamo che tra le coppie che annunceranno i prossimi Oscar non ci saranno David Corenswet e Nicholas Hoult alias Superman e Lex Luthor? Davvero pensiamo che non ci saranno battute su alieni immigrati contro miliardari della tecnologia? E soprattutto, davvero pensiamo che Conan O'Brien si lascerà sfuggire l’occasione di arrivare sul palco con mantello, tutina blu e mutandoni rossi?
E se proprio volete andare fino in fondo, io darei un’occhiata anche a Thunderbolts*. Se dovessero chiamare Florence Pugh e David Harbour sul palco di Los Angeles, qualche scambio sul loro rapporto padre-figlia, ci starebbe bene. E poi anche questo mi è piaciuto tanto.
Qualche notizia sparsa e poi i saluti
Ci è andato vicino più volte e probabilmente sperava di vincerlo sul campo, magari proprio con Mission: Impossible - The Final Reckoning, che però è stato una delle mezze delusioni che citavo più sopra. In ogni caso, adesso ce l’ha fatta: Tom Cruise è un Premio Oscar. O meglio, lo sarà dal prossimo novembre quando ritirerà il premio alla carriera, insieme a Debbie Allen, Wynn Thomas e la leggendaria Dolly Parton
F1 - Il film potrebbe avere un sequel. C’è una buona probabilità che questa notizia sia stata “fatta leakare” per soffiare sulla fiamma dell’hype e spingere di più un box office che - come dicevo - non è stato particolarmente esaltante. Però allo stesso tempo credo che il film sia stato economicamente in positivo per altri fattori, quindi l’idea di un seguito non è così improbabile. Io spero solo che, nel caso, lo chiamino F2 - Il film.
A riprova che non è mai troppo presto per fare pronostici sugli Oscar, vi lascio un articolo che ha già chiuso la potenziale cinquina per il Miglior sonoro. C’è sempre F1 - Il film, involontariamente grande protagonista di questo numero. Tanto che arrivato a questo punto ho cambiato l’immagine di copertina che avevo previsto inizialmente.
Sono arrivate le Nomination agli Emmy, i premi della televisione americana. Mi ricordano tanto gli Oscar dei primi 2000, con pochi film che si prendevano una valanga di candidature e tanti nomi che giravano continuamente (e alcuni solo lì). Io sono comunque contento per Andor, che è una delle serie più belle che abbia mai visto (non solo di Star Wars). Se siete in vena di recuperoni estivi, qui trovate tutta la lista dei candidati.
Proprio mentre scrivevo la newsletter è arrivato il trailer italiano di The Life of Chuck, il mio “indie darling” di questa stagione, già dalla stagione passata. In realtà del trailer importa poco se avete già visto quello inglese, ma ci conferma che uscirà anche in Italia e con una data precisa: 18 settembre. Segnatelo in calendario.
A proposito di calendario, martedì 22 luglio si terrà la classica presentazione in streaming della selezione completa della prossima Mostra di Venezia. Se volete seguirla, vi avviso che è tutto contenuto e pochissima forma. Nel senso che sono quasi due ore del Direttore Artistico Alberto Barbera che scorre la lista di titoli, commentandoli qua e là. Non c’è nessuna componente di show, ma io sono già pronto a esultare quando annunceranno l’arrivo di The Rock per The Smashing Machine. Ne parlerò sicuramente su Instagram, magari con una diretta, vediamo 😉
And that’s a wrap! Grazie mille come sempre per essere arrivati fin qui nella lettura. Se avete dei consigli, delle richieste o delle domande, io sono a totale disposizione sul mio profilo Instagram, nei commenti qui sotto o al pulsante che trovate di seguito.
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Ci stiamo avvicinando al momento in cui Popcorn in Smoking uscirà dalla sua “fase di letargo” in cui arriva solo una volta al mese. Il numero del prossimo mese (in cui parleremo approfonditamente di Venezia e delle attese per la nuova Mostra) è previsto per il 14 agosto e sarà l’ultimo mensile: da settembre ricominceremo a sentirci tutti i giovedì! Questa quindi è un’ottima occasione per raccontare ai vostri amici di questa bellissima newsletter, seguirmi sui miei canali social e soprattutto guardare tanti bei film!
Ci risentiamo presto,
Mattia